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Descrizione

Nel cuore del Parco del Pollino "il paese tra le rocce" così definito per le immense montagne verdi che circondano la sua vallata, è uno scrigno che custodisce le antiche tradizioni del popolo arbëresh.
Diversi eventi hanno segnato la storia di questo popolo, ai continui invasori e dominatori, il popolo che abitava l’Albania ha sempre saputo rispondere con la dignità, il valore e l’orgoglio di appartenere ad una stirpe fedele ai valori dell’onore e del coraggio.
Alla morte di Skanderbeg si registrò la fuga dalla loro patria e la scelta dei lidi italiani come rifugio, non formarono una sola città, ma crearono numerose piccole comunità. Nato intorno al 1480, lungo l’antico itinerario già percorso dal popolo dei Sibariti verso il Pollino, nei pressi del Castrum Sancti Salvatoris, esso ci offre un paesaggio mozzafiato, la vegetazione unica, con piante centenarie che potrebbero raccontare chissà quali preziose testimonianze delle bellezze della natura e del tempo che scorre lento stretto tra le rocce, come a voler preservare le sue ricchezze e le unicità dei suoi paesaggi naturali, che hanno fatto di Civita nel tempo, uno degli insediamenti più belli della Calabria interna, che si distingue anche per la struttura urbanistica fatta di viuzze e slarghi che si intersecano le une nelle altre, ma soprattutto per la varietà dei suoi comignoli, veri e propri capolavori artistici.
Non si sa con precisione quando cominciò questa tendenza, ma i “Maestri" erano soliti firmare la costruzione di una nuova casa con un nuovo comignolo, diverso da tutti gli altri già esistenti.
Datare i comignoli è difficile: i più caratteristici furono costruiti tra fine Ottocento e inizio Novecento, ma ve ne sono anche di più antichi.
Il folklore autentico trova la sua massima espressione nelle danze tradizionali del martedì dopo pasqua, ma anche la liturgia bizantina che con i suoi gesti, le sue forme e le sue cerimonie accompagna l’intero anno liturgico, scandito da una serie di festività di grande interesse antropologico.

La liturgia bizantina è particolarmente ricca e solenne è cantata così come l’ha codificato San Giovanni Crisostomo. Gli Albanesi d’Italia sono cattolici di rito bizantino e si differenziano per la caratteristica liturgica e per l’uso delle icone che sostituiscono le statue.
La chiesa di Santa Maria Assunta costruita nel XV secolo in stile barocco si è arricchita per la presenza di una pregevole iconostasi in legno ad intarsio e intaglio.
Punto di riferimento per favorire l’attività sociale la gjitonia.
La gastronomia, gustare i piatti tipici del Pollino significa immergersi in un mondo fatto di amore in cui la sapienza delle massaie si coniuga a materie prime di eccelsa qualità ed alla presenza di profumate erbe aromatiche prosciutto e capocollo, formaggio fresco gnocchetti con ricotta pecorina fettuccine con funghi porcini, agnello e capretto alla civitese accompagnato da vino pollino.
La storia la civiltà, le usanze, che raccontano la vita quotidiana esemplare nei campi e nei boschi e le tradizioni degli albanesi in terra di Calabria.
Un mondo affascinante da scoprire simbologicamente ricco di un sentire di altri tempi. Oggi i paesi albanofoni sono in tutta Italia di cui il maggior numero in Calabria.
Ciascun paese è capace di raccontare a modo suo un pezzo di storia di un popolo fiero che si è saputo integrare all’interno di un territorio diverso ma che gli ha consentito di conservare rispettandone le tradizioni e le consuetudini.

Foto

Il paese delle rocce



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